La cucina del Friuli Venezia Giulia
Il Friuli è sempre stato territorio apprezzato per i suoi sapori: la cucina
della terra goriziana, in particolare, unisce la cultura locale a quella
viennese di cui è stata a lungo “figlia” e a quella slava con la quale ha avuto
sempre contiguità.
Quella goriziana è una cucina semplice e poco sofisticata,
per lo più anticamente erano le minestre a fare la parte del padrone, minestre
gustose e semplici, adatte a tutte le occasioni, la più caratteristica e famosa
è la «jota»: sapororitissima, cotta a lungo in tegami di coccio dove i
fagioli, piccoli e rossi si insaporiscono con lardo e aromi vari, prima di
essere uniti alla brovada, cioè alle rape fresche fatte macerare nella
feccia di vino per almeno 30 giorni.
Altrettanto semplice e gustosa è la
ricetta di origine austriaca dei «kanederli in brodo»: sorta di morbide
polpette di pane raffermo fatto riposare nel latte e poi impastato con spek,
cipolla, burro, uova, farina, prezzemolo tritato, sale ed erba cipollina, il
tutto cotto in un ricco brodo di carne.
Di provenienza slava sono invece gli
«gnocchi di susine»: grandi gnocchi di patate ripieni di profumate susine
nere snocciolate al cui interno è stato inserito dello zucchero. Gli gnocchi
lessati in acqua vengono poi conditi con pane rosolato nel burro, zucchero e
cannella, per diventare una sinfonia di sapori.
Si narra che un re longobardo
oltrepassando le Alpi inviò alcuni messi alla ricerca di un luogo dove trovare
"buon vino e buono stare"; quando gli inviati lo trovarono, vi appesero un ramo
d’albero in segno di riconoscimento. Da allora la frasca è diventata l’insegna
per le tutte le case coloniche dove gustare i prodotti tipici della tradizione
gastronomica friulana.
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